venerdì 4 marzo 2011

Cosmonauta

Cosmonauta, di Susanna Nicchiarelli, con Miriana Raschillà, Pietro del Giudice, Susanna Nicchiarelli, Claudia Pandolfi, Sergio Rubini, Italia , 2009 
Punteggio ★★1/2  

Essere adolescenti comunisti in un quartiere proletario di Roma all'inizio degli anni '60, divisi tra l'euforia dei primi amori e la rabbia di fronte al maschilismo a casa (il patrigno ottuso) e nello stesso partito (i "compagni"). Sullo sfondo il mito modernista della conquista sovietica dello spazio e del primo cosmonauta di sesso femminile. Apprendiamo infatti dal film che "cosmonauta" è il termine sovietico, mentre "astronauta" è quello americano per indicare i cavalieri dello spazio.
Miti d'altri tempi, che finiscono in tutti i sensi con la conquista della luna da parte degli "astronauti" americani sotto i titoli di coda, ma pur sempre miti, cioè veicoli con cui sognare, a cui aggrapparsi. Oggi, in un contesto in cui i miti sono in declino, la Nicchiarelli, al suo esordio alla regia, ha il coraggio di costruire un film leggero ma non superficiale su un'adolescenza difficile.
Miriana Raschillà brava nella parte della protagonista, Claudia Pandolfi meno peggio del solito, Sergio Rubini notevole nella parte del patrigno fascistoide. [FP]

mercoledì 2 marzo 2011

Basilicata coast to coast

Basilicata coast to coast, di Rocco Papaleo, con Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzé, Rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno. Italia, 2010. 
Punteggio ★★1/2  

Un complesso musicale dilettantesco seguito da una giornalista irrealizzata decide di recarsi a un concerto attraversando a piedi la Basilicata "da una costa all'altra". Un'impresa anacronistica e insignificante ma che per i suoi partecipanti è un'occasione per (ri)trovare il piacere di fare ciò che si desidera, di portare a termine una cosa, di riflettere su se stessi.
Un po' come l'impresa narrata, il film stesso è una piccola cosa gracile e senza pretese. Tuttavia, Papaleo, all'esordio alla regia, grazie anche al fatto che riesce a non scadere nella comicità trita e volgare, ne tira fuori un intrattenimento garbato, che si guarda con simpatia, pur (proprio) nella sua lievità. Anche i tocchi antropologico-culturali sparsi qua è là si apprezzano nella loro assenza di pretenziosità.
Giovanna Mezzogiorno sembra incapace di recitare (o forse è sempre stata così e non me n'ero mai accorto), Gassman si va specializzando nei ruoli da guascone con la coda di paglia ma, ahimé, senza il cinismo intrigante che riusciva a infondere suo padre. [FP]

martedì 1 marzo 2011

Giorni e nuvole

Giorni e nuvole, di Silvio Soldini; con Margherita Buy, Antono Albanese, Giuseppe Battiston, Alba Rohrwacher, Carla Signoris; Italia, 2007.
Punteggio ★★★   

Quando si dice "autore", si intende, anche, il fatto che qualunque sia il soggetto trattato, il regista riesce a trovare e trasmettere interesse con un tocco personale. Soldini, pur con tutti i suoi limiti, è un autore, uno che cerca di dirci qualcosa nel gran mare dei ciarlatani mediatici che ci affliggono.
Tutto questo per dire che il tema di Giorni e nuvole è tanto scomodo quanto, ahimè, vicino a tanti, potenzialmente a tutti noi: la perdita del lavoro, dei privilegi e l'inevitabile estensione della crisi ai rapporti famigliari e personali. Ciononostante, Soldini riesce con discreto realismo e notevole sensibilità a farci percepire le ansie, le incomprensioni, le cadute depressive, gli isterismi e tutto il triste catalogo di reazioni psicologiche e di insensibilità sociali legate alla perdita e ancor più alla ricerca di un nuovo lavoro. E sì, perché il vero problema è forse proprio questo: poiché siamo una società bloccata, quando si perde il lavoro è un po' come essere buttati giù da un treno, cioè è difficile risalirci e altri treni ne passano sempre meno.Di fronte a questi fenomeni la cosa importante, sembra dirci Soldini, è salvaguardare i rapporti personali perché solo da essi si può trovare l'energia e la spinta per ricostruire.
Gran direzione di attori. Albanese è bravo nella parte del protagonista, soprattutto nel trattenere attese derive comiche. Persino la Buy è una volta tanto nella parte. Fra gli altri componenti quasi fissi della factory, Battiston fa il suo onesto lavoro e Alba Rohrwacher, da brava attrice qual è, si toglie qualche anno per recitare la parte della figlia in maniera credibile.
Belle immagini di Genova urbana.[FP]